è possibile visitare la nostra mostra aperta al pubblico e visitarla gratuitamente. Gli artisti spiegano le loro opere d’arte che sono installazioni piccole e grandi nell’ampia area verde a lato delle vasche del depuratore. “Si tratta di un’occasione unica per scoprire dove e come l’Arte, fuori da logiche scontate e di mercato, si depura per depurare lo Spirito ed il Pensiero”. La DepurArt Lab Gallery è una mostra laboratorio interattiva in cui i cittadini incontrano gli artisti e possono con loro comprendere meglio le opere esposte. Arte contemporanea che si depura per depurare.
Scoprire la DepurArt Lab Gallery passeggiando fra le installazioni: un safari d’arte contemporanea tra Natura e Tecnologia, all’interno di un depuratore definito “una nuova cattedrale a servizio della natura”. Nel percorso non mancheranno momenti performativi ad opera degli artisti del movimento. Depurart Lab Gallery è un format ideato e depositato da Ornella Piluso, in arte topylabrys, per il Movimento Arte da mangiare mangiare Arte.
Direttore artistico, Ornella Piluso.
Le grandi installazioni della DepurArt Lab Gallery sono opera degli artisti:
Isabella Angelantoni Geiger, Silvia Capiluppi, Paolo Carnevale, Giovanni De Lucchi, Li Ding, Salvatore Fiori, Luciana Gallo, Claudio Gasparini, Elmar Giacummo, Vito Giacummo, Daniela Gorla, Isa Lavi Giacconi, Anna Mainardi, Abele Malpiedi, Silvio Manzotti, Aris Marakis, Lorenzo Marini, Elisabetta Morandi, Paride Ranieri, Jonathan Rodriguez, Franz Stahler, Studio Pace10, Jang Sung An, Mariella Tabacco, topylabrys, Micaela Tornaghi, Monika Wolf.
Passeggiata d’arte alla scoperta delle piccole installazioni inserite nel boschetto adiacente al depuratore, realizzate dagli artisti:
Clara Bartolini, Antonella Besia, Franca Cantini, Fiorella Cicardi, Isa Locatelli, Carlo Malandra e Serena Rossi, Giosuina Pria, Antonella Prota Giurleo, Maria Antonietta Rossi, Eugenia Serafini, Maria Cristina Tebaldi.
Inoltre, nell’Hangar del Depuratore saranno esposte le opere realizzate durante la performance “DepurArt in atto: creazione di un’opera d’arte in divenire” tenutasi in occasione del 2° Festival Internazionale dei depuratori, ad opera degli artisti: Jutka Csakany, Ungheria; Valentinaki, Lettonia; Gothy Lopez, El Salvador; Fatemeh mousa Vand, Iran; Ania Demianovich, Bielorussia.
ADM01 Capiluppi
Silvia Capiluppi - “PIN” Personal Identification Number ed anche stilizzazione della Ghiandola Pineale - sede dell'Anima per Cartesio, origine della Visione e distillatrice di Melatonina e DMT per la scienza. La prima installazione del 2013 "Radice SonORA e I Sussurri dell'Acqua" si è profondamente radicata nella Terra e benedetta dalle Dee dell'Acqua con la video-performance "Le forme dell'Acqua" (https://m.youtube.com/watch?v=Q8lLqG2P1dA ) si è manifestata nel 2014 con la nuova installazione "Sri Eye" - il venerabile terzo occhio della Dea Laximi - l'iride arcobaleno tessuta a mano, all'interno della quale sostare per Ascoltare. La nuova struttura 2015 si anima di immagini ad iniziare da "Balam Project - the Earth must be washed with clean Water (Mater)", il progetto artistico internazionale focalizzato all'attenzione per la tutela dell'acqua pulita, realizzato in collaborazione con il ricamatore nepalese Mumtaj Hussain nel 2013 e inaugurato nel marzo 2014 in Kathmandu, Nepal. Seguono mostre collettive ed eventi. Il tema centrale è la depurazione dell'Acqua, del Corpo e della Mente. I Sogni degli Artisti si muovono in equilibrio tra Terra e Cielo sul filo dell'esistenza.
Silvia Capiluppi da bambina fotografava le nuvole e come "luogo segreto" con i compagni di Gioco aveva scelto un salice piangente in riva al lago. L'adolescenza, trascorsa poi in una casa costruita su uno scoglio ha fatto nascere in lei l'amore per l'Acqua. Vive DepurArt Lab Gallery come una straordinaria opportunità di approfondimento delle tematiche legate a questa preziosa fonte di vita. Tesse fili, scrivendo parole e disegnando geometrie tra fotografia, video arte, installazioni e performance in un ciclo di 'Protezione e Guarigione' iniziato nel 2006 con il percorso interattivo "Peccato", seguito nel 2010 dal Mandala sonoro "Madre Rossa" dedicato alla Pasta Madre per la mostra "Culture_Nature" in Venezia e nello stesso anno dall'installazione esperienziale "Nave Itzà" dedicata alla Memoria dell'Acqua, presso l'Acquario civico di Milano. Crede nello scambio sinergico delle Arti e porta questa ricerca sincretica nelle installazioni e nelle mostre che progetta e cura, come nel caso della mostra performariva "Venti Veggenti - phi-L-tra la Luce" nel 2012 in Vigevano. Architetto, naturopata e insegnante di yoga, si dedica allo studio della Cromoterapia, Medicina Tradizionale Andina e Maya, Ayurveda, Bagua, Medicina Tradizionale Tibetana, Mantra Healing, Yoga tibetano del Sonno e del Sogno.
ADM02 Carnevale
Paolo Carnevale - “La ruota arcobaleno” Chi meglio degli artisti, da sempre ricercatori di bellezza, può intuire un qualcosa di quel “Frame” con cui è stato costruito il mondo. Tutto iniziò con l’acqua, nostro “bene comune” che scorre da sempre tra le nostre mani, dalle sorgenti, dai fontanili, nelle case, nelle industrie, nelle botteghe, nelle pozze, nei letti dei fiumi e nei navigli. Qui a Nosedo all’interno del depuratore, l’acqua nera, non è da buttare via, viene ripulita dalle manipolazioni e restituita a madre Terra attraverso i campi agricoli. Nel caso del depuratore di Milano Nosedo viene trattata e depurata con un processo molto particolare che è puramente frutto dell’ingegno Made in Italy, e che ne fa un’altra eccellenza in Europa e nel mondo. Il progetto della scultura di Paolo Carnevale vuole narrare il manifestarsi di tale rilevanza sociale e civile dell’acqua usata. Partendo dalla nascita fino alla caduta come l’arcobaleno, di risalita verso l’alto. Come forma rotante, riciclo, nascita, quindi fine e risalita verso l’alto come una forma rotante completa dell’arcobaleno. L’opera vuole evocare il circolo, il riciclo, la parte nascosta quella che non vediamo, se non attraverso la nostra anima. E quello che ci appare. Guardando la forma che indica e, come ad esempio, vola leggera e và in rotazione verso il basso. Per interpretarla bene dobbiamo metterci nelle stesse condizioni che avevamo da bambini, quando chiedevamo ai nostri genitori “ dove finisce l’arcobaleno”?
Paolo Carnevale dopo aver frequentato il liceo artistico a Catanzaro si stabilisce in inghilterra dove lavora estudia grandi maestri contemporanei ed espone in collettive e frequenta studi d’artisti, gallerie e musei d'arte. Dopo aver convolato a nozze in quel di Liverpool Rientra in Italia per seguire i lavori di un importante istituto d’arte privato a Roma, e dopo aver girato tutta la penisola si stabilisce a Milano. Vive e lavora a Milano dal ‘96 sue ultime mostre: 2009 - Milano Pac padiglione d'arte contemporanea collettiva cortile esterno; 2011: rassegna Foresta Terra, cura studio D'ars Milano; Arte Cremona fiera arte-art business Malpensa fiere-Reggio E fieracura; Memoli arte contemporanea Milano Potenza; Arte Padova fiera a cura D'ars Milano; Spazio espositivo del Sole della provincia di Milano a cura A. Musella; (Padiglione Italia, palazzo delle esposizioni Torino . 54° biennale diVenezia) Padiglione Tibet a cura R. Maggio; 2012: personale galleria nove colonne Bologna, personale Ferrara sede "Il resto del carlino"; Collettiva su problema acqua studio d'Ars Milano; bpersonale TempleUniversityRoma.2013: personale Milano sede "Il Giorno" cura G.Chiesa; Arte accessibile
ADM03 De Lucchi
Giovanni De Lucchi - “BAOBAB” realizzato nell’installazione è simbolo di aggregazione: Albero magico, centro della vita sociale sotto la cui ombra si tengono i mercati, le danze rituali, i giochi dei bambini, le riunioni degli anziani e le udienze dei giudici. Totem naturale in quanto punto di incontro e di vita. L’Expo di Milano, intorno al tema dell’alimentazione, si propone di esaltare il valore dell’aggregazione fra i popoli del pianeta per migliorare il pianeta stesso e dare adeguato spessore culturale a nuove forme di convivenza e di condivisione. Dall’Expo 2015 il tema dell’aggregazione continua ad animare il Baobab.
Giovanni De Lucchi vive e lavora a Milano dove si è laureato in architettura al Politecnico con il Prof. Ernesto Natan Rogers e relatrice l'Arch. Gae Aulenti. E' libero professionista dal 1969 ed ha sempre esercitato un'intensa attività professionale relativa all'architettura d'interni (appartamenti, ville e ristrutturazioni), all'industrial design ed alla didattica.Ama definirsi libero professionista, libero viaggiatore, cittadino del mondo e missionario dell'architettura.
ADM04 Ding
Li Ding - “Trasparente” Anni fa sono andata nella Regione Basilicata, ho visitato il Lago di Monticchio, formatosi all’interno di un vulcano spento, intorno al lago ci sono sorgenti da cui l’acqua sgorga dalle rocce, giocando con l’acqua, l’anima mia vibrava di gioia, ho alzato le due mani per sentire l’acqua pura. In una metropoli come Milano è impossibile provare questa sensazione, la bellezza primordiale e purissima della vegetazione del lago è indimenticabile. Dopo qualche anno ho conosciuto il Depuratore di Nosedo, dove ogni rifiuto liquido e solido viene restituito purificato all’ambiente, mi risveglia quella sensazione provata a Monticchio. Io vivo in città, ma non voglio scappare anche se troppo inquinamento ci fa male, il depuratore di città come Nosedo mi dà speranza . Lavorando all’aperto mi distraggo spesso: non ho mai visto un cielo così bello a Milano, i gabbiani volano e giocano tra di loro. La mia scultura è partita da un filo di ferro zincato, il profilo delle mani che modello si aggiusta da solo, realizzando le curve naturali di Bezier, è molto più fluente di quello che ho disegnato sulla carta. Improvvisamente tutto Nosedo è diventato verde, un mare di fiori gialli, voglio solo correre e dormire sui fiori . La scultura procede lentamente, sono innamorata di questi colori, cielo azzurro, erba verde, infiniti fiori gialli e bianchi. Ho deciso di fare una scultura trasparente, perché voglio vedere il cielo azzurro, l’erba verde, attraverso la quale passa il vento, nuovi profumi e odori. Un’ opera Site-Specific nasce e vive a Nosedo .
Li Ding, nata il 4/7/1983,a Lan Zhou, in Cina. 2007 laurea in Progettazione Artistica presso l'Istituto di Arte della Universtà di LanZhou,Cina. 2012 laurea in Scultura biennio specialistico Accademia di Belle Arti di Brera, Milano.
ADM05 Fiori
Salvatore Fiori - “Acqua, dal cielo alla terra”, 2015, acciaio cor-ten. Quella di Fiori è un’arte che non s’incrocia con la Land-Art, il Concettuale, il Minimal; va più sul versante onirico, della narrativa fantastica. Nel simbolo o nel dato iconico cerca una possibile via d’uscita da certe coordinate della situazione attuale. E’ un’arte che resta affabile anche quando dice cose pesanti, simulate e ingigantite con pittoresco disordine. Fiori elabora e articola forme razionali. Colpisce con la loro linearità, il disegno controllatissimo, i richiami archetipici e antropologici; la presenza di segni e simboli che dilatano al di là dei confini dell’opera in un rapporto bivalente e antagonistico, non privo di spleen che di freschezza lirica. La tecnica si lega da un lato alla tradizione dei fabbri e degli artigiani del ferro, dall’altro a una compattezza di scelte operative senza vertigini né remissività, semplicemente razionali. L’imput è di sostanza drammatica, senza mai sfiorare il teatrale. Realizzate in acciaio cor-ten saldato le meta-sculture di Fiori non cedono a tentazioni concettualiste. Sono lineari nella forma, essenziali nella sostanza, convincenti nel messaggio estetico: hanno la garanzia di una solidità di pensiero.
Salvatore Fiori è nato a Carpignano Sesia (NO) nel 1949. Ha frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti al Brera di Milano, diplomandosi in Decorazione nel 1973: ha seguito, ancora per due anni, il corso di Scultura con Alik Cavaliere e si è poi laureato in Architettura al Politecnico della stessa città. La partecipazione alla prima manifestazione collettiva risale al 1971 e la sua prima mostra personale al 1977, in seguito ha tenuto numerose mostre sia in Italia sia all’estero.Inizialmente la sua attività artistica è orientata verso la pittura. Dal 1990 circa incomincia a trasporre i concetti della sua poetica dal linguaggio pittorico a una grammatica plastica contraddistinta dall’uso del ferro grezzo o verniciato di nero, a volte integrato con elementi lignei o in pietra. L’uso di acciaio inox e cor-ten caratterizza le sue opere monumentali più recenti. Fiori ha insegnato discipline artistiche a Milano continuativamente dal 1975 al 2007.
ADM06 Gasparini
Claudio Gasparini - “La Cupola dei Makers” La Cupola dei Makers è un'installazione d'arte collettiva formata da contributi di artisti che realizzano la loro opera con stampanti 3D all'interno di un modulo della forma di una goccia d'acqua. Le varei opere saranno esposte all'interno della Cupola dei Makers all'interno del DepurArt Lab Gallery di Nosedo che è una delle sedi di EXPO 2015. Il tema dell’opera è: Garantiamo un futuro all'acqua, Acqua come fonte di vita, nutrimento, alimentazione. Acqua rappresentata da un modulo a forma di goccia di 11 cm di altezza dentro la quale ogni maker può realizzare la sua opera d'arte con una stampante 3D. Tutte le opere a forma di goccia saranno appese in modo da formare una serie di spirali che ondeggiano al vento. Tutte le informazioni sono disponibili nel blog: https://bit.ly/makersopen Ogni opera riporterà il nome dell’autore che sarà l’unico proprietario e sarà esposta per i 6 mesi di durata di EXPO 2015. Nella cupola saranno organizzati eventi e mostre collegate al mondo dei makers e delle stampanti 3D.
Claudio Gasparini è nato a Valdagno (Vicenza) e durante gli anni del liceo partecipa all’attività artistica del gruppo artistico Fotoricerca DAM Marzotto esponendo alcune fotografie ispirate ai rayogrammi di Man Ray di suggestione dadaista. A Milano frequenta l’Istituto Europeo di Design e la Facoltà di Architettura del Politecnico dove, dopo la laurea, consegue nel 1982 un Master in Computer grafica. In seguito ottiene anche una specializzazione in Energia solare. Svolge una ricerca sulla composizione della forma della Villa Rotonda del Palladio con utilizzo di tecnologie di Computer grafica che viene selezionata ed esposta alle rassegne internazionali di Computer Graphics nel 1986 al SIGGRAPH ’86 a Las Vegas (USA) e a IMAGINA a Montecarlo nel 1987.
ADM07 Gorla
Daniela Gorla - “LA GRANDE MADRE, Sirena di Fiume” Questa Grande Madre di rami con coda bicaudale, rappresenta la Sirena di Fiume: una forma femminile connessa alla terra che riporta al mito della fertilità, alla condivisione di un’ immagine che integra, fin dall'antichità, culture diverse, dall’oriente all’occidente. La scultura è un inno alla natura. Con i suoi molteplici rami autoctoni (più di cento fascine di salice,olmo,ulivo, ecc..) e più di duecento fascine di hedera helix, provenienti da naturali potature effettuate da Protezione Civile per la cura dell'ambiente, accoglie chi la guarda. La sua testa ha forma di nido: un luogo dove gli abitanti del cielo possono incontrarsi e ascoltare il suono silenzioso degli alberi e dei fiori. Il dialogo con il cielo evoca sacralità della natura e spiritualità. I rami delle radici del corpo emergono direttamente dalla terra, portando nutrimento tramite lunghe e scenografiche code.
Daniela Gola diplomata all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, insegna Discipline Pittoriche e Grafiche. Dal 2012 si occupa di arte digitale, riciclando frammenti di comunicazione che invadono i social network. Dal caos della comunicazione e dai segni della natura fa emergere un linguaggio rinnovato, pieno di simboli e intensi colori sensoriali. Le ultime ricerche artistiche dialogano tra arte, natura, sacralità e ambiente. Le installazioni ambientali di grandi dimensioni realizzate nel verde dei Parchi, con rami e materiali arborei, guardano al tema della Natura, una Grande Madre multi sensoriale che vuole interagire con gli abitanti del luogo dove vengono realizzate.
ADM08 Isa Lavi Giacconi
Isa Lavi Giacconi - “ALA di LOHENGRIN” In quest'opera (ottemperando ai dettati organizzativi e sapientemente assistita dal coordinatore prof Vito Giacummo), il mio progetto evolve verso opere di grandi dimensioni. Nasce così dal Lohengrin di Wagner (cavaliere dal bianco cigno, eroe senza macchia) l'idea con la quale anche io concludo la saga dei Nibelunghi. Un monte di terra seppellisce e allontana Alberich il genio del male assoluto, interprete delle tetralogia wagneriana. Lo gnomo liberato dalla minaccia del mostro, qui giunto alla ricerca dell'oro assetato di potere, l' amore trionfa, aiutato da Lohengrin, Cavaliere del Santo Gral. Con lui Wagner conclude i cicli mitologici del Walhalla Io realizzo qui a Nosedo due grandi ali di cigno che, nella miglior tradizione operistica scivolano sulle acque. Dal bosco le ali trascinano e portano con se i personaggi del Ring, avvolti dalle ragnatele dell'oblio. Valore e purezza dell'Eroe senza macchia ridanno potere agli Gnomi. Essi continueranno a vegliare come numi protettori su questo territorio, sulle attività e presenze che lo caratterizzano. Con queste installazioni resto fedele ai mie principi operativi, "lavoro manuale, non inquinante rispettoso dei valori ambientali propri di questo luogo”. Uso, riuso e reimpiego di materiali semplici: legno, ferro, carta di recupero. Colle, resine, lacche, materiali vari, all'occorrenza. Per l'installazione e la messa in sicurezza delle opere evito, per principio, il ricorso a macchine e manodopera pur largamente e generosamente messe a nostra disposizione dai gestori degli spazi a noi destinati. Credo in un coinvolgimento personale e nella scelta dei materiali che rispetti il territorio e permetta la rimozione o l' aggiornamento delle opere esposte senza lasciare tracce persistenti.
Adelisa Lavi Giacconi: di formazione classica con studi di scienze e professione d' arte, ho insegnato negli istituti secondari superiori di secondo grado e lavorato nella Compagnia Marionettistica Carlo Colla e figli, di grande e antica tradizione nel teatro di figura. Mi sento partecipe delle Transavanguardie oltre che della Land Art, Arte Povera e Minimal Art. Mi attengo al riciclo, reimpiego e riuso dei materiali con il minimo impatto ambientale. Mi adeguo rispetto e prevedo i fattori climatici di forte impatto sugli allestimenti esposti. Credo nei valori etici e comunicativi del FARE, percio'spero di ottenere il supporto di produttori o Case Editrici che entrino in sintonia coi miei progetti e valori, permettendo di accrescerne il significato.
ADM09 Mainardi
Anna Mainardi - “La Barca del Cielo” L’opera consiste in un “racconto” che vede più elementi interagire nello spazio. L’oggetto principale è una grande “Porta” in ferro recante all’interno in sospensione, una “Barca” che si solleva dalla Madre Terra e “vola” verso il Cielo. Questa imbarcazione pesca la Luna dal Pozzo sottostante, a simboleggiare la purificazione e la realizzazione di sogni. Vari “Custodi” all’interno di “Porte” assistono al magico viaggio garantendone l’inverarsi.
Anna Mainardi nasce a Crema. Consegue la Maturità al Liceo Artistico di Brera a Milano. Frequenta l'Accademia Carrara di Bergamo. Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano. Esercita per alcuni anni l’attività professionale di architetto. Insegna materie artistiche in vari Istituti e, dal 1991 al 2011, al Liceo Classico “Racchetti” di Crema. Si dedica in parallelo a pittura e scultura; dal 1994, in particolare, sperimenta materiali e tecniche nell’ambito della ricerca plastico-scultorea. Vive e lavora a Crema, dove ha lo studio in via Magri n. 17
ADM10 Manzotti
Silvio Manzotti - “Fonte Castalia” L’opera si presenta come un conoide che tramite le effusioni in uscita da un tubo spiralico in salita verso l’alto, sia in grado di ricoprirsi di un sottilissimo velo d’acqua generato da una miriade di diffusori d’acqua polverizzata. Dall’alto scendono poi, curvati, i sottili canali che reggono la pioggia ricadente sul mondo dei mortali. L’opera ha preso il nome di “Fonte Castalia”richiamandosi alla mitica fonte della Sibilla nel santuario di Delfi, dove la purificazione accompagnava la divinazione. La figura dalla geometria progressiva ed ascendente, assottigliandosi verso l’alto asseconda il naturale desiderio di perfezione. Poi, diffondendo sottili pareti d’ acqua verso il basso, la sparge delicatamente formando delle superfici leggibili con un’apparenza aerea e leggera. Le parti aggettanti sopra il conoide, per ora appaiono solo con simulazioni d’acqua raggrumata e non ancora completate da sottili reti che avvolgeranno le strutture. Il tutto è predisposto in modo subliminale per suggerire le forme di vita originarie del mare dei primordi dove da minuscole alghe e licheni è nata poi una vegetazione e successivamente una fauna, entrambe infinitamente diversificate, origine dei processi di base della Nutrizione degli esseri viventi. Nota: in attesa di sponsorizzazione sono predisposte alcune tecnologie adatte alla diffusione dell’acqua e qualche simulazione dello stesso effetto. Link di documentazione: : https://wwwsilviomanzotti.wix.com/expo
Silvio Manzotti opera dagli anni ’60 nella pittura surreale e poi informale. Ha esposto in decine di mostre personali con opere in vari musei. Negli ultimi dieci anni ha realizzato sculture e lavori tridimensionali con installazioni in musei aziendali e in luoghi pubblici. Negli ultimi due anni ha operato con ArtedaMangiare esponendo alla Biennale di Firenze, alle Stelline e all’Umanitaria di Milano. Per EXPO in Città 2015 espone una grande Fontana sperimentale al Depur Art Lab Gallery di Milano- Nosedo.
ADM11 Monika Wolf
Monika Wolf - “Le piante sacre degli Indiani d’America – IL TEPEE L’Orto Tepee / il Tepee del Vento / il Grande Tepee” L’obiettivo del mio lavoro è riflettere sulla grandezza della natura ispirandomi alle antiche tradizioni e simbologie dei nativi Americani. Questo grande popolo viveva in assoluta armonia come in simbiosi con la Natura. Il tepee / tipì è la casa smontabile degli indiani della grande prateria. La parola sioux tipì è formata da ti, che significa abitare / vivere, e pì che significa usato per, perciò tipì significa usato per abitare o serve per viverci. L’Orto Tepee (2014) segue il progetto “L’orto d’artista – dalla semina al raccolto” realizzato al parco Nord, Milano (2009-2013), dove erano coltivate – sulla forma del cerchio, simbolo di illimitato, assoluto e infinito - le piante sacre della tradizione indiana, come il fagiolo, il mais e la zucca, chiamate anche “le tre piante sorelle”. Dopo la costruzione del secondo più grande tepee un forte temporale l’ha piegato ed è così diventato il Tepee del Vento: il vento è stato l’artista creatore. La natura diventa sostanza e cronista. La struttura del Grande Tepee vuole rappresentare il simbolo del pilastro del popolo pellerossa.
Monika Wolf, nata a Essen, Germania / diploma in design alla FolkwangHochschule Essen / 1972 amissione alla classe di Joseph Beuys, Accademia di Düsseldorf / studio per l’insegnamento di educazione artistica alla facoltà di pedagogia presso l’Università di Düsseldorf / esposizioni dal 1977 in Europa e negli Sati Uniti d’America / dal 1980 vive e lavora a Milano.
ADM12 Studio Pace10
Studio Pace10 (Monica Scardecchia e Gianfranco Maggio) - “Hydraulic Wood” Una Foresta realizzata con tubi e raccordi in pvc rigidi forniti dall’azienda G. Bedin di Bedin Giovanni & C. sas. di Fagnano Olona (VA). Il materiale fornito viene rielabolarato nella forma ricreando degli alberi. Albero come archetipo universale del mondo naturale, elemento di connessione fra il Cielo e la Terra, che attraverso la funzione di fotosintesi permette e nutre la vita fisica sulla terra. Una riflessione sul ruolo degli alberi e delle foreste nel ciclo idrologico del pianeta, ma anche sulla raccolta e trattamento delle acque reflue.
Studio Pace10 (Monica Scardecchia e Gianfranco Maggio) si sono conosciuti nel 2001 ma solo dal 2010 hanno avviato insieme una particolare indagine sul tema della memoria, della conservazione, dell‘appartenenza e dei “legami sottili”, interpellando e verificando di volta in volta i differenti “limiti” del mezzo fotografico. Hanno scelto di affrontare la fotografia come MATERIA D’ARTE sulla quale intervenire attivamente con diverse sperimentazioni, oltre che come linguaggio espressivo, trasportando cosi la materia fotografica e le sue implicazioni all’interno di installazioni d’arte non convenzionali.
ADM13 Tabacco
Mariella Tabacco "Il profumo della pioggia" I colori dell'aria La scintilla della gioia Spazio senza fine La pazienza della terra Marina Scirocco Cinque sculture in filo di ferro vestite di tessuti dipinti. Come gioielli altri fili rivestono cinque personaggi arrivati da tempi lontani nei Campi di Nosedo : voci che si ritrovano immagini ricomposte pensieri che non si fermano suoni di eternità.
Mariella Tabacco: Liceo artistico Orsoline Milano; Accademia Belle Arti di Brera; Bombay Jaamat Gallery mostra personale. Università Cattolica di Milano: Laboratorio di drammaturgia teatrale, Ideazione e realizzazione costumi di scena per Medea di Euripide, andata in scena al Crt dì Milano. Docente per i corsi di disegno e pittura alla Fondazione Cardinale Colombo di Milano. Artedamangiare: Nosedo DepurArtLab, Rei ki.
ADM14 Topylabrys
Topylabrys "Il cuneo morbido dell’arte" Una installazione dedicata all' ingresso dell' Arte in un Impianto di Depurazione, dove si trasforma il negativo in positivo. Il tessuto in fibra di vetro a fili intrecciati, usato nelle fonderie per trattenere le scorie, così l'Artista riprende il tema della RETE, già trattato negli anni passati.
Un Cuneo dalla doppia interpretazione che "sale" da 50 cm. sino a 6 metri di altezza o viceversa "scende". Il Cuneo forma un angolo acuto all'altezza di 2 metri circa! Un angolo che ENTRA FORTEMENTE, nella Materia Terra e Carbone che gli si oppongono... simboli di un mondo da penetrare, da percorrere, da cambiare, da oltrepassare. La scelta di usare un tessuto teso, cucito, e non una superficie rigida è dovuta proprio alla sintesi del messaggio: DECISIONE ma con adattabilità e plasticità'. Il Cuneo come rappresentazione di FORZA di un pensiero positivo. Un invito a VEDERE OLTRE !
Topylabrys: la curiosità è il filo conduttore della sua motivazione artistica che la conduce verso la ricerca, affrontando materiali classici come il bronzo che innovativi come le resine, l’alluminio, la plastica… la Materia del Cibo. Nell’ultimo ventennio sperimenta presso alcune grandi realtà come Montedison, Mazzucchelli e Silide, ricavando una serie di opere uniche nel loro genere, dove la materia plastica diviene fonte di ispirazione, sfruttando una forma di riutilizzo dei materiali plastici. L’Artista da anni promuove una serie di indagini fra Arte e Alimentazione attraverso l’attività dell’associazione Arte da mangiare mangiare Arte di cui è la fondatrice e direttore artistico, con installazioni che vanno ad invadere terreni pubblici e privati. Molte le mostre in Italia ed all’estero. Alcune sue opere si trovano presso il MAP (Museo della Plastica) Castiglione Olona e al Museo della Moda di New York oltre che in prestigiose collezioni private.
ADM15 Tornaghi
Micaela Tornaghi - “Ondata lattea” Onda su onda. Suono vibrazione colore odore. Trasformazione d'acque in un Depuratore che già trasforma di suo. In cosa? In Latte. Materno. Ogni specie animale ha una sorta di secrezione per alimentare i piccoli.. la trasformazione di acqua in latte.. è segreta-secreta. Si tramanda di madre in figlia. Come un'onda. Monta. Miracolo numero due. Dalle MatrisAlgae all'Ondata Lattea
Micaela Tornaghi: Artista e Designer, ricerca l’espressione della sua poetica umanistica in ogni materia, realizzando dipinti, gioielli, sculture e installazioni. Nata a Milano, vive a Monza, frequenta il Liceo Classico, poi Grafica e Design alla Scuola Politecnica ed Architettura al Politecnico di Milano e lavora tra Arredamento d’Interni e Design. Dopo anni di studio e canoni già tracciati un giorno segue il suo cuore, segna la tela con due matite, rossa e nera, Istinto e Progetto, parte alla scoperta: Ritmo che incalza e fa nascere figure, celate come fate morgane, come divinità sepolte. Ogni quadro è una parte di Anima, in cui lo spettatore può ritrovare echi della propria. La ricerca di entrambi non finisce mai. I Temi esplorati sono luce interiore e apparenza che sfugge e inganna; la Luce e la Superficie sono così esplorabili, per uscire da un racconto ovvio e penetrare un mistero. Nel 2001 l'incontro con il Maestro Davide De Paoli le insegna a lavorare il metallo, dal disegno del gioiello alla sua realizzazione. Dal 2006 unisce arte e alimento con l’Associazione Arte da Mangiare, Mangiare Arte.Nel 2014 frequenta la Scuola di Affresco del Maestro Andrea Sala a Monza. Nel 2015 fonda l’Ass.Cult. Munschasc.